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MARTINA VERZASCONI BARONCHELLI

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04 febbraio 2013

Giornata Didattica

Come consuetudine da un po' di tempo a questa parte, partecipiamo con grande piacere ed interesse alle giornate didattiche organizzate dall'educatrice cinofila Katia Verza.

Oltre a trascorrere piacevoli giornate in compagnia e con altra gente appassionata di cinofilia, Katia ci offre sempre un vasto repertorio su cui lavorare.
Questa volta non voglio fare il resoconto della giornata come è mia consuetudine fare. Oggi vorrei fare un po' un bilancio da quando ho cominciato a frequentare queste giornate didattiche.
La prima volta che scesi sul campo Sulle Orme del Lupo è stato in occasione dell'europea di Reggio Emilia, quasi un anno fa ormai. Io ero abituata a frequentare i campi sul nostro territorio, e posso dire che ero praticamente ossessionata dal controllo sui miei cani. Vidi subito una grande differenza tra il mio modo di lavorare e vivere i miei cani e quello degli altri clienti del campo. Ricordo che facemmo una bellissima passeggiata in mezzo alle campagne di Pavia. Ma la cosa che ricordo in particolar modo era la paura e l'ansia che avevo. Altri cani, chissà... magari succede una rissa...
Nessuno degli altri clienti nè Katia mi dissero nulla, quando mi dissero di mollare tutti e due i miei cani, io non mi fidai, ebbi paura, paura di perdere il controllo, paura che succedesse qualcosa, l'irreparabile o chissà che disgrazia. Nessuno mi forzò, lasciai i miei cani a turni. Tutti erano sereni e facemmo una bella passeggiata. Nessuno mi disse niente. Successivamente continuai ad andare al campo da Katia, mi ero trovata bene, ma ero curiosa di vederla lavorare. Katia non te le manda a dire, infatti in parecchie circostanze mi sentii dire di smetterla di stressare i miei cani, o che ero isterica. Io non me la presi, perchè c'è sempre da imparare. Ma la mania del controllo era radicata in me così profondamente che non mi permetteva di vedere oltre il mio naso.
Piano piano, frequentando il campo di Katia, e le sue lezioni, mi sono accorta che questa mia mania del controllo, scusate il gioco di parole, era completamente fuori dal mio di controllo. Sembra un paradosso, ma mi ero fatta delle idee sui miei cani del tutto errate.
Ma ho capito una cosa importante, ci hanno insegnato ad avere tutto sotto controllo, ma i cani sono esseri viventi anche loro, e come tali pensano, riflettono, sono intelligenti, fanno le loro scelte, non lo fanno per farci un dispetto, ma sono esseri viventi anche loro. Allora mi sono un attimo messa a pensare, su cosa è che voglio veramente, dal momento che ho appurato che il controllo completo non potrò mai verlo.
Mi viene in mente la famiglia, per me un è sempre stata un riferimento.
Nessun genitore ha l'assoluto controllo su cosa fanno i figli, è impossibile, questo è un dato di fatto.
È giusto che per crescere i figli debbano fare le loro scelte, il compito dei genitori è di educarli nel modo corretto, in modo che le scelte che faranno non pregiudicheranno il rapporto con loro o che non faranno scelte che possano in qualche modo lederli.
Mi sono chiesta cosa è che mi portava così spesso al campo da Katia, non è solo la sua bravura, perchè nessuno ha la verità in tasca. Non ci sono quelli bravi e quelli cattivi. Dipende sempre da cosa uno cerca.
In fondo lei non mi ha mai stressato con gli esercizi, seduto, terra, resta. L'unica cosa che ho visto lavorare è il richiamo, cosa fondamentale; dove Katia lavora cercando di capire perchè il cane non torna e non cercando semplicemente una soluzione al richiamo. Perchè non si possono provare mille soluzioni, ma se non si ha capito il problema, serve a poco. Se il rapporto e la relazione cane-uomo è solida, il richiamo funziona, ma questo è un percorso lungo.
Alla fine facendo una piccola analisi di quest'anno che e delle giornate didattiche che ho frequentato sono giunta alla conclusione che frequento queste giornate perchè il mio desiderio non è più tanto quello del controllo sui miei cani, ma di educare i miei cani facendo in modo che loro possano ed imparino a comportarsi nel modo corretto in ogni situazione senza che il rapporto cane-padrone si incrini. Per ogni situazione intendo: al mercato, con altri cani che incontrano, al bar, nei boschi, nei luoghi pubblici, con le persone estranee, con i bambini.
Apparentemente uno può dire: ma a cosa mi serve una giornata simile. Beh gli scatti che ho fatto ieri possono parlare da soli.
Non scriverò quello che molta gente vorrebbe leggere: tutti i cani si sono comportati benissimo, sono andati tutti d'amore d'accordo, non c'è stato un ringhio...
Ma guardiamo oltre, nessun cane ha una condotta al piede perfetta, ma tutti i cani sono tranquilli. È vero sono molti i fattori esterni che hanno in certi momenti influenzato alcuni comportamenti. Ma siamo riusciti ad andare in giro tranquillamente in città, in mezzo alla folla, ad altri cani, con sette cani, senza problemi. Ci siamo seduti al bar a fare colazione con i nostri cani, tranquillamente.
Certo i ringhi ci sono stati, come pure i castighi per i membri più indisciplinati; perchè le leggi del branco sono chiare, esatte e precise, ma se le rispetti ne giovano tutti i componenti dello stesso, oltre a funzionare tutto in modo più fluido e tranquillo. Penso che da un'anno a questa parte il mio modo di vedere i miei cani è cambiato. Certo mi rendo conto della società in cui vivo, le regole imposte vanno rispettate. Ma all'interno di queste regole ci si può destreggiare; e se si guarda bene, si ci sono molte regole ma all'interno di queste c'è della libertà, basta saperla cogliere.
Andare da Katia oltre ad avermi aiutato a comprendere meglio i mei cani oltre ai cani che incontro, mi aiuta molto anche in un'altra cosa. Noi siamo abituati a seguire sempre determinati schemi, siamo abitudinari. Non ci siamo mai chiesti perchè, ci dicono: è così! Noi eseguiamo senza farci troppe domande. Non c'è niente di male in questo. Ma quando queste regole vengono a mancare, quando qualcosa non va come dovrebbe andare, ci perdiamo nelle situazioni più semplici, magari andiamo in crisi. Queste giornate ci aiutano ad affrontare gli imprevisti, ci insegnano a sopravvivere anche quando le regole vengono a mancare. In un branco di lupi, ma anche se pensiamo ai cani randagi, tutti i soggetti sono utili e fondamentali. Se uno viene a mancare viene richiamato per giorni, ma poi devono sopravvivere, devono andare avanti, l'istinto della sopravvivenza ha il sopravvento.
Questo deve succedere anche nella quotidianità, dobbiamo saperci destreggiare anche quando non ci sono le regole ad aiutarci. Dobbiamo imparare a fidarci del nostro cane, perchè se in quel momento decide di fare una determinata scelta, vuol dire che noi lo abbiamo messo nella codizione di dover scegliere, volenti o nolenti ci saranno delle conseguenze, piacevoli o spiacevoli a dipendenza se il cane ha fatto un percorso didattico e di socializzazione giusto. Di conseguenza dobbiamo educarlo e socializzarlo in modo tale che impari e sappia vivere ogni situazione, dandogli gli stimoli giusti, senza compromettere il nostro rapporto. Il mio percorso è appena cominciato ed è ancora lungo, ma oggi sono sicura che la direzione nella quale sto andando è quella giusta. Sono sicura non perchè mi sono alzata stamattina con il piede destro invece che il sinistro. Ma gli equilibri e i segnali all'interno della mia famiglia sono eloquenti, e mi fanno capire che sto andando nella direzione giusta. Poi le deviazioni ci sono sempre in tutte le cose che facciamo. L'importante è non perdere mai di vista i nostri obiettivi, i nostri sogni.
Vorrei ringraziare tutti i partecipanti che durante queste giornate didattiche ci sono sempre perchè è anche grazie a loro, scambiandosi idee, consigli, aneddoti ci si può arricchire.
Vi lascio a qualche scatto della giornata.











































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